Domenica 21 gennaio ho visitato la bellissima mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” all’Ex mattatoio di Roma, nel quartiere Testaccio. È stata una bella occasione per approfondire la conoscenza sulla vita di Berlinguer, vedere foto inedite della sua vita privata, come quelle che lo ritraggono bambino con il fratello Giovanni ed il papà Mario, scatti che lo ritraggono in compagnia dei più grandi leader politici mondiali come Arafat, Fidel Castro, foto storiche come la stretta di mano con Moro ma anche appunti dei suoi discorsi e documenti della corrispondenza con cui esprimeva la solidarietà alla moglie di Moro dopo il rapimento e la strage di via Fani. È stata una bella occasione per rivedere tante persone che non incontravo da tempo, discutere di storia e politica passata e presente.
Dunque queste erano le mie aspettative per la giornata di ieri, tutte ampiamente soddisfatte. Tuttavia il colpo di scena più piacevole è arrivato quando, all’improvviso, passione per la politica e la lingua cinese si sono intrecciate inaspettatamente. Appena entrato nel padiglione che includeva l’area espositiva di Berlinguer come leader globale (sezione “La dimensione globale”) mi imbatto in una teca contenente un testo con un titolo cinese in sette caratteri.
La prima cosa che noto è che i primi tre caratteri 贝林格 [bèi lín gé] messi insieme così non significano niente, mentre gli ultimi quattro compongono due parole 言论 [yán lùn] (discorso) 选集 [xuǎn jí] (antologia).
In cinese, quando si hanno una serie di caratteri che, messi insieme o in sequenza, non hanno nessun significato, ci si trova di solito di fronte al metodo utilizzato per riprodurre una parola straniera che non trova corrispondenza nella loro lingua (tanto per fare un esempio tipico, la parola “Pizza” trova corrispondenza con i caratteri 批萨 che riproducono il suono "pī sà") oppure davanti alla riproduzione di un nome straniero.
Al fine di riprodurre un nome straniero, infatti, i cinesi utilizzano quei caratteri che posseggono il suo che ci si avvicina il più possibile.
Così, ripetendo tra me e me la pronuncia di 贝林格 [Bèi lín gé], riflettendoci un po’ su, non mi ci è voluto molto per arrivare alla conclusione che quei tre caratteri altro non potevano essere se non il cognome Berlinguer!
E allora il titolo del testo doveva per forza essere qualcosa del tipo di “Discorsi scelti di Berlinguer” oppure “Antologia di discorsi di Berlinguer”.
Dopo aver decifrato il titolo mi sposto con lo sguardo di fianco al testo ed inizio a leggere le didascalie. Nella prima sulla destra si legge una scritta a mano “Alla Signora Letizia”, nella seconda “HU YAOBANG General Secretary of the Central Committee of the Communist Party of China”, colui che ha donato il testo.
L’ultima in basso è la didascalia esplicativa: “Libro donato dal Hu Yaobang, segretario del Partito comunista cinese, alla moglie di Berlinguer, Lucrezia Laurenti”.
Aver riferito la traduzione del titolo alla nostra guida provoca in lui una certa sorpresa “Ah pensavo fossero degli scritti di Hu Yaobang” mi confessa.
Inizialmente pensai che fosse un dono offerto durante la visita di Berlinguer in Cina, tuttavia, da una breve ricerca in rete, ho trovato che la data di pubblicazione del testo è fissata per il 1984, anno della morte di Berlinguer e data successiva alla visita dello statista comunista in Cina.
Potrebbe, dunque, essere un dono offerto da Hu Yaobang per porgere le condoglianze alla moglie Letizia. Ma di questo non ho trovato ancora tracce nè nelle informazioni disponibili nella mostra, nè dalla prima breve ricerca online. Sarà dunque un approfondimento che affronterò in seguito.
Tuttavia, alla luce della traduzione del titolo un punto rimane fermo: il senso del dono dovrebbe essere il contrario di quel che alcuni presumevano: non certo un dono per consentire la comprensione della parte cinese (il che sarebbe comunque complicato vista la distanza tra le due lingue) quanto l’esatto contrario, come per dire “abbiamo tradotto i tuoi discorsi nella nostra lingua, per consentire a noi di comprendere meglio il tuo pensiero”.
Questa piccola scoperta mi ha iniettato una bella dose di felicità, come succede ogni volta che si scopre qualcosa di piacevole ed inaspettato.
Eppure, poco più avanti mi aspettava un’altra piacevole scoperta. Sempre nell’area di Berlinguer come leader globale, di fronte le mappe dimostrative con le infografiche sui viaggi effettuati da Berlinguer nel mondo, ho notato uno scatto del suo viaggio in Cina, potendo riconoscere il luogo esatto in cui veniva ritratto. Questa informazione non era presente in didascalia.
Infatti la descrizione in basso riportava semplicemente “Album fotografico donato ai componenti della delegazione del PCI guidata da Berlinguer in occasione del viaggio nella Repubblica popolare cinese”.
Dunque il primo scatto in alto a sinistra è stato effettuato in un luogo fondamentale ed iconico del Partito Comunista Cinese, ritrae, infatti, la delegazione di fronte al Museo del Primo Congresso del Partito Comunista Cinese situato a Shanghai nel quartiere di 新天地 [Xīn tiān dì].
Il Museo è stato realizzato proprio nel luogo in cui il Partito Comunista Cinese è stato fondato nel 1921 (nello stesso anno del Partito Comunista Italiano per altro).
Ho visitato questo luogo circa cinque anni fa e ne ho parlato in questo articolo.
Anche se poco leggibile a causa dell’età della fotografia, alle spalle della delegazione si può notare la targa affissa sull’ edificio del museo, targa tuttora esposta nella medesima posizione.
La dicitura incisa sulla targa recita:
中国共产党第一次 [Zhōng guó Gòng chǎn dǎng]
全国代表大会会址 [quán guó dài biǎo dà huì huì zhǐ]
Traduzione “Luogo del Primo congresso del Partito Comunista Cinese”
Questa domenica si è conclusa dunque con due piacevoli scoperte che accendono la curiosità per andare oltre ed approfondire le vicende legate alla visita di Berlinguer in Cina. Il primo punto che mi piacerebbe approfondire è leggere quali discorsi e scritti di Berlinguer sono stati pubblicati all'interno di questa antologia. Sarebbe bello anche leggere come sono stati tradotti i suoi discorsi e paragonarli con quelli originali. Per il momento l'unica cosa che sono riuscito a carpire facendo una breve ricerca in rete è l'indice del testo, reperibile al seguente link e pubblicato su douban (in seguito pubblicherò la corrispondente traduzione del sommario reperito), piattaforma/database cinese dedicata ad opere letterarie e cinematografice.
https://book.douban.com/subject/2254175/
Ho trovato anche il testo in vendita su questo portale ecommerce cinese dedicato a libri antichi chiamato 孔夫子旧书网 [Kǒng fū zǐ jiù shū wǎng], tradotto "Sito dei libri antichi di Confucio".
Perché sarebbe utile leggere ora, dopo circa 40 anni dalla pubblicazione? Capire quali discorsi di Berlinguer sono stati scelti e vedere come sono stati tradotti paragonandoli agli originali, ci aiuterebbe a comprendere "che tipo di Berlinguer" è stato presentato in Cina. Sarebbe anche utile capire la quantità di copie stampate per avere un'idea di massima dell'impatto che può aver avuto in Cina questo testo.
Per approfondimenti sui da Berliguer con Hu Yaobang ed il Partito Comunista Cinese consiglio la lettura di Berlinguer in cina: il decennio del lungo carnevale, L'articolo descrive i rapporti instaurati da Berlinguer contestualizzandolo agli accadimenti principali in Italia e Cina di quel periodo. Riporta anche utili risorse per approfondire l'argomento.