Dopo le piogge torrenziali dello scorso febbraio via Tufello diventa nuovamente un piccolo lago artificiale. Via Tufello è tornata ad essere un piccolo e surreale laghetto artificiale. Sono bastate le piogge del pomeriggio di venerdì 7 novembre e della successiva mattinata per trasformare quella che dovrebbe essere una via necessaria ai residenti per tornare alle proprie abitazioni, in uno stagno dove passano a stento le autovetture, dove i pedoni non posseggono nessuna speranza.
Il laghetto artificiale si è prosciugato solo grazie all'intervento spontaneo di alcuni volenterosi cittadini: «ho provato a chiamare il 115 ed i vigili urbani di Aprilia ma non hanno risposto perché le linee erano tutte intasate. Dopo 4 o 5 tentativi senza risposta ho contattato la sezione Alfa della Protezione civile di Aprilia che mi ha risposto immediatamente. Dopo venti minuti sono intervenuti» ha dichiarato Cinzia Orsini, tra le prime a cercare soccorsi.
Insieme a lei è prontamente intervenuto Ferruccio Tricarico, altro residente di via Tufello «quando la sezione Alfa è arrivata sul posto mi sono prodigato insieme a loro nel cercare le bocche di lupo da liberare dalle otturazioni».
La liberazione delle cosiddette “bocche di lupo”, cioè i buchi prodotti sui cigli di cemento ai lati di via Tufello ha consentito il defluire delle acque stagnanti ed il ripristino dopo più di 24 ore della funzionalità di via Tufello.
Tuttavia quella del 7 novembre non è stata una calamità improvvisa. Il problema si era già manifestato lo scorso febbraio, il comitato di quartiere aveva già chiesto un intervento risolutivo all'amministrazione apriliana.
«L'intervento dello scorso anno non è stato risolutivo - ha chiosato Lanfranco Cozzi, presidente del Comitato di Quartiere – l'anno scorso dopo le nostre richieste il Comune, tramite la Multiservizi, è intervenuto. Hanno fatto dei sondaggi, il responsabile dei lavori mi ha riferito che l'intervento era superiore alle loro attrezzature e possibilità.
Da quel giorno lì, nonostante le nostre continue sollecitazioni, dall'ufficio tecnico e dal Comune non è più giunta neanche mezza risposta. E queste sono le conseguenze. Ci riproponiamo di chiedere un appuntamento con il Sindaco. Se gli interventi saranno risolutivi bene, altrimenti useremo tutti i mezzi legali a nostra disposizione per manifestare il nostro dissenso. Perché non è più possibile andare avanti in questo modo, l'amministrazione apriliana deve iniziare a prenderci in considerazione»
Anche le emergenze, in sintesi, vengono risolte da cittadini e volontari. Il comune latita. I cittadini di Campoleone sono, dunque, stanchi della marginalità a cui sono costretti da decenni. Sembrano pronti a far valere le loro ragioni.