Uno dei grandi capolavori di Zhang Yimou. Film tratto dal libro di Mo Yan. Cina a cavallo tra guerra civile e invasione giapponese.
Periodo chiave della storia cinese questo qui perché rappresenta il franare tumultuoso di un impero rimasto pressochè intatto ed unito per oltre 2.000 anni. Il paradosso di una società sviluppatasi quasi di pari passo con l’antica Roma e rimasta immutata fino ai primi anni del ’900 improvvisamente invasa dalle forze straniere, guidata da una dinastia morente, quella dei Qing, si difende grazie allo sviluppo di forze interne: sarà il Partito Comunista di Mao a difendere la nazione e cacciare gli invasori giapponesi.
In questo contesto Nove Fiori, una giovane ragazza di campagna interpretata da Gong Li, viene data in sposa ad un ricco lebbroso produttore di sorgo dalla povera famiglia di origine in cambio di un mulo.
La ragazza accetta malvolentieri il suo destino. Yu, uno dei lavoratori del lebbroso incaricato di andare a prendere insieme ad altri colleghi la sposa e portarla a casa con la classica portantina nuziale cinese, si innamora della bella Nove Fiori e uccide segretamente il proprietario della cantina produttrice di Sorgo.
I lavoratori appena appreso della morte del proprietario, preparano i bagagli per andare a cercare lavoro altrove. Nove Fiori li ferma sulle porte della distilleria e gli chiede di rimanere. Gli propone di mandare avanti la produzione di sorgo tutti insieme dividendo i proventi in parti uguali. Una cooperativa “vera” in poche parole.
Accettano tutti con entusiasmo e la produzione riprende con grande spirito fino al ritorno dell’assassino del vecchio proprietatio. Yu ormai convinto dell’amore di Nove Fiori torna sbronzo ed entra in casa di Nove Fiori, ormai considerata da tutti il nuovo “principale”. Gong Li sbatte di fuori a calci l’amante sbronzo e ordina di buttarlo fuori dalla masseria.
I due in effetti avevano già consumato e Nove Fiori si era innamorata di colui che l’aveva salvata dal suo crudele destino e quando lui torna in condizioni migliori, dopo aver passato diverse notti sbronzo in una vuota giara di sorgo Nove Fiori lo accetta come marito. Nove Fiori partorisce ed il figlio cresce in fretta nell’allegra distilleria fino a che, quando il bambino raggiunge i nove anni, i giapponesi invadono l’area e costringono gli abitanti a radere al suolo le loro amate coltivazioni di sorgo per costruire una strada.
La crudeltà dei giapponesi non ha limiti: dopo aver ordinato di radere al suolo gli sterminati campi di sorgo agli stessi abitanti del luogo per costruire una strada, ordinano ad un macellaio di scuoiare vivo un partigiano comunista.
Come vendetta Nove Fiori ordina al figlio, al marito e ai lavoratori della cooperativa di far saltare in aria il ponte di collegamento al villaggio al momento del passaggio delle truppe giapponesi.
Il finale è tragico. I lavoratori appostati aspettano i giapponesi, stanchi e affamati dalla lunga attesa mandano il figlio di Nove Fiori a chiamare la madre per portare il cibo. I giapponesi arrivano mentre arriva la Nove Fiori e la uccidono davanti gli occhi del figlio. I lavoratori faranno saltare in aria il ponte con delle “molotov” artigianali imbottite di sorgo rosso.