Dai libri di testo di seconda elementare cinese, una lezione per la memoria della Resistenza italiana

Una recente piccola esperienza personale mi ha dato modo di avere un termine di paragone ed uno spunto di riflessione circa la maniera in cui due popoli, quello cinese e quello italiano, conservano la memoria di un fenomeno vissuto da entrambi, vale a dire la Resistenza all’aggressione straniera e la lotta contro il fascismo/nazionalismo.

La comune esperienza mostra nei due popoli alcuni tratti comuni ma, seppur in fin dei conti la Resistenza ha vinto sia in Italia che in Cina, considerati gli sviluppi successivi alla fine della guerra, si può dire che la vittoria cinese sia stata una vittoria totale e definitiva ottenuta dai soli comunisti, mentre quella italiana una vittoria in cui hanno partecipato i comunisti insieme a cattolici e forze alleate.

L'esperienza di cui parlerò l'ho vissuta durante l’ultima lezione di lingua cinese a cui ho preso parte lo scorso sabato.

Per comprendere meglio lo spunto di riflessione proposto dovrò spiegare a che tipo di corso mi sono iscritto e perché.

Dopo aver conseguito il 4° dei 6 livelli HSK di certificazione linguistica cinese riconosciuti dall’Istituto Confucio (maggiori info sull’argomento al seguente link: https://www.tuttocina.it/hsk/), ho tentato invano di iscrivermi ad un corso per conseguire il livello successivo che si svolgesse di sabato.

Ad ogni tentativo la classe non riusciva a formarsi, così, non essendo riuscito nell’intento, l’unica possibilità rimasta per me è stata iscrivermi ad un corso di cinese per bambini e ragazzi madrelingua, l’equivalente di una seconda elementare cinese.

Ho accettato con un misto di imbarazzo ed entusiasmo pur di non rimanere un altro anno fermo senza poter far progressi nello studio di questa meravigliosa lingua.

Dunque, nella lezione di sabato scorso, una delle frasi utilizzate per insegnare ai bambini dei nuovi ideogrammi recitava:

“L’ottava armata della strada si nascondeva in montagna, per i nemici era molto difficile scovarli” (八路军隐蔽在山里,敌人很难发现. Vedi testo evidenziato nell'immagine in basso)

Dopo aver letto in classe la frase ed aver spiegato l’ideogramma in questione, l’insegnante, un ragazzo cinese di seconda generazione di non più di 19 anni, ha chiesto alla classe se qualcuno conoscesse cosa fosse il 八路军 Bā lù jūn (L’ottava armata della strada).

Libro di testo seconda elementare cinese

Nessuno dei ragazzi rispose, così mi feci avanti io spiegando che fosse parte dell’esercito dell’Armata Rossa, che ha sconfitto giapponesi e Guo Min Tang liberando la Cina.

L’insegnante annuì spiegando più nel dettaglio la vicenda senza sognarsi minimamente di dire che certi temi non sono adatti a dei ragazzi di seconda elementare perché “divisivi”.

Scorrendo le pagine dello stesso libro, inoltre, si incorre in testi semplici adatti ai bambini, che oltre ad insegnare le prime parole della propria lingua, trasmettono la memoria storica condivisa di una nazione.

pedagogia cinese resistenza italiana2b

Così mi sono domandato cosa sarebbe successo se su un testo di seconda elementare italiano si fosse parlato di Resistenza o di qualche brigata dei G.A.P. … apriti cielo!

La cronaca recente è piena di proteste o divieti contro insegnanti di scuole medie per aver proposto Bella Ciao per celebrare il 25 Aprile oppure come compito a casa per la lezione di musica.

Proteste o provvedimenti di divieto come si son visti in Italia non sarebbero neanche pensabili in Cina. La vulgata italica e occidentale classifica tutto questo come frutto di un regime dittatoriale e antidemocratico ma la realtà è ben altra.

Il punto è che la vittoria della Resistenza Cinese è stata netta, completa e senza ripensamenti. Finita la Seconda Guerra mondiale i giapponesi furono sconfitti e cacciati dalle zone invase così come avvene con i nazionalisti di Chang Kai Shek, costretti a ripiegare a Taiwan in un’isola che tutti i trattati internazionali continuano a sancire come parte integrante dell’unità territoriale cinese,qualsiasi cosa dica la propaganda occidentale.

Ecco il punto è proprio questo, la completezza della loro vittoria ha potuto rendere possibile la costruzione di una memoria condivisa indiscutibile.

Se è vero che poi dalla fondazione della Repubblica Popolare ad oggi i cambiamenti sono stati ben più traumatici e netti che in Europa (si pensi al repentino passaggio dalla Rivoluzione Culturale all’introduzione violenta di elementi provenienti dalla società di mercato), se è vero che anche il Partito Comunista Cinese è stato attraversato da diverse fazioni e profonde divisioni, su un punto tutti si trovano d’accordo e non si sognano di discutere: Mao Ze Dong ed il Partito Comunista Cinese hanno liberato e fondato la nuova Cina.

没有共产党,没有新中国 (Méi yǒu Gòng chǎn dǎng méi yǒu xīn Zhōng guó) che, tradotto, significa: "Senza il Partito Comunista Cinese non esisterebbe la Nuova Cina".

Questo è un adagio che neanche il più accerrimo nemico di Mao metterebbe mai in discussione in Cina.

Ecco credo che in Italia questo non è stato possibile fondamentalmente perché seppur la Resistenza sia stata condotta in maniera maggioritaria dai Comunisti, questi non erano l’unica forza, hanno partecipato alla Resistenza anche altre forze. La Liberazione inoltre, come noto, è giunta anche grazie all’impiego delle forze degli alleati guidati dagli americani.

Hanno pesato anche gli equilibri dei blocchi contrapposti delineati nella conferenza di Yalta, che hanno posizionato l’Italia al di là della Cortina di Ferro, nella zona d’influenza statunitense.

Dulcis in fundo, la famigerata Amnistia Togliatti con lo spirito di pacificazione nazionale, rimette in libertà migliaia di fascisti responsabili di numerosi crimini durante l'occupazione nazista, personaggi che è difficile ipotizzare abbiano potuto abbracciare repentinamente gli ideali democratici della nuova società.

Cioè, in poche parole, se i cinesi hanno condotto l’opera a conclusione, in Italia, in virtù delle condizioni storiche e degli eventi citati, la vittoria non è stata completa, lasciando l’opportunità agli sconfitti, nonostante avessero contribuito al disastro umano e sociale che tutti conoscono, di tornare in libertà e, magari, ricominciare una nuova vita politica conservando vecchi ideali.

Stefano DAlessandro
Author: Stefano DAlessandroWebsite: www.stefanodalessandro.itEmail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alcune informazioni su di me

Sono nato il 26-12-1982 e mi sono laureato in Comunicazione e pubblicità per pubbliche amministrazioni e non profit nella Facoltà di Scienze politiche, Sociologia e Comunicazione dell'Ateneo Sapienza di Roma. Ho maturato esperienza negli uffici stampa di Associazioni Non Profit (Officina Culturale Arci La Freccia di Aprilia dal febbraio all'agosto del 2009), enti pubblici (ENIT Agenzia Nazionale del Turismo da marzo a ottobre 2010) e nell'agenzia di comunicazione Edi-press. Ho scritto di sport, cronaca e politica locale per il quindicinale il Caffè. Da sempre appassionato di nuove tecnologie e web ho deciso dopo l'esperienza del giornalismo di orientare la mia carriera professionale su questo nuovo fronte per passione e per arricchire le mie competenze professionali in maniera trasversale e poliedrica. Attualmente lavoro come web master/content manager di Avalon Instruments. Realizzo e sviluppo siti web ed effettuo lavori di grafica.


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