Arriva a Torino la band rivelazione e futuro del rock italiano, Si chiamano Managment Del Dolore Post Operatorio, suoneranno sabato 20 ottobre 2011 allo Spazio 211. Si presentano qui al pubblico torinese con un'intervista rilasciata da Luca Romagnoli, cantante ed autore dei testi. Questi quattro ragazzi abruzzesi sono una delle più belle scoperte uscite dal mondo del rock italiano degli ultimi anni.
Le principali testate musicali italiane fanno a gara per produrre i loro video. Il loro primo album Auff!! meriterebbe già un posto di tutto rispetto nella discografia del rock italiano. In pochi versi riescono a fare un affresco pungente e sarcastico dell'Italia ai tempi del bunga bunga (succede nella loro canzone Pornobisogno). Dissacranti e provocatori, taglienti e sarcsastici, travolgenti e facili da ascoltare, come il più genuino punk ma senza quel desiderio autodistruttivo e autolesionista. Certo in alcuni loro testi dichiarano l'irreversibilità della degenerazione umana e propongono la distruzione come unica soluzione ma solo per ricostruire un mondo “libero dai monumenti dell'egoismo umano”. Perché, parola di Luca Romagnoli, “indignarsi non basta”.
Vi definite poeti provinciali ma nei vostri concerti citate spesso Freud, nei vostri testi Leo Ferrè e l'antico testamento. Non siete anche degli intellettuali?
Quando citiamo qualcuno è sempre per ribaltare l'idea comune che si ha di una cosa. Poeta è colui che riesce ad esprimere sinceramente, con le proprie parole, senza abusare troppo di artifici, ciò che pensa. La provincia inoltre è la provincia di noi stessi oltre a rappresentare un'area geografica. Ci piacerebbe dire poesie davanti a un focolare come facevano i nostri nonni, dire belle cose senza aver studiato grossi libri come l'Eneide o l'Odissea. In sintesi non ci sentiamo quei tipi di intellettuali che se ne vanno in giro con i libri di Baudelaire e Rimbaud sotto braccio ma non li hanno mai letti.
La vostra Norman, dedicata a Norman Zarcone, è forse il più bel manifesto della generazione precaria mai scritto nella musica italiana. Questa generazione cosa può fare per uscire dal tunnel in cui è stata infilata? Indignarsi è sufficiente?
No credo proprio di no. In una canzone la soluzione che proponiamo è distruggere (si tratta di Irreversibile nda) ma non noi stessi, né un palazzo o qualcosa di materiale. In realtà noi dobbiamo buttare giù la struttura delle nostre idee è il nostro modo di pensare che è sbagliato, come ad esempio mettere i propri interessi sopra ogni cosa. Dobbiamo ripensare la società da capo. Sono sicuro però, che prima o poi l'egoismo farà male anche agli egoisti.
La vostra canzone Marilyn Monroe, parla dei tronisti di Maria De Filippi e dei protagonisti dei Reality Show? Sono loro i «nuovi artisti del sabato sera, sempre in bilico tra gloria e pattumiera?»
Non ci ho mai pensato nello specifico a lei o al marito. Loro sono l'emblema della tv, dei finti talenti che poi vanno a rovinare il cinema, la musica, l'arte, qualunque cosa, hanno rovinato tutto, siamo in declino totale. Anche se purtroppo è sempre stato così, la televisione, il potere, il bisogno di questa industria di creare personaggi che facciano danaro e di sfruttare a proprio vantaggio la rovina dell'arte e delle persone, dell'etica di tutto, il mondo non può essere capitalista, questo sarà la sua morte e la sua rovina, spero il più presto possibile.
Cosa ne pensi della cosiddetta scena “indie” (bisognerebbe capire però indipendente da cosa). Si prendono troppo sul serio?
Sicuramente si. Quello è un modo di fare tipico di un panorama alternativo. Noi non ci riteniamo indipendenti, tante volte mi piace sottolineare che prendo ancora la paghetta da papà. Io credo che il mondo indipendente sia un mondo pop in scala, abbiamo imparato a capire che ci sono le stesse regole, gli stessi personaggi, lo stesso modo di fare, ci sono solo modi differenti di piacere alle persone. La scena alternativa è un finto anticonformismo. Io credo solo che esistano le belle cose e le cose brutte. Le cose belle non sono né pop né indipendenti. Il capolavoro va al di sopra del bene e del male.
Siete originari di Lanciano. Siete contenti che la squadra della vostra piccola città sia arrivata in serie b?
Siamo contentissimi per il Lanciano, la nostra squadra, ma anche per il Pescara in serie A. A noi ci fa sempre piacere quando squadre piccole raggiungono grandi risultati, quando i piccoli vincono contro i potenti. A me piace molto il calcio, poi purtroppo è stato trasformato in un fenomeno industriale, fammi fare una citazione “intellettuale”. Diceva Carmelo Bene: «il calcio è una grandissima forma di teatro». Il calcio è un bellissimo sport, è fantastico ma poi che possiamo farci se ci sta chi trucca pure le partite per guadagnare soldi extra? Sono problemi loro e nostri che alimentiamo questa industria.